lunedì 28 novembre 2016

Alcuni studi paralleli

L’ISPRA, in Italia,  conduce studi per produrre il Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque ed ha prodotto, nell’edizione 2016 (LINK) significative evidenze circa il superamento dei livelli massimi consentiti di glifosato.

In rete sono diversi gli studi disponibili, pubblicati da società di privati, associazioni di cittadini e riviste scientifiche, che evidenziano la pericolosità del glifosato per l’uomo, specialmente come inibitore endocrino. Le principali conseguenze dell’assunzione od esposizione al glifosate risulterebbero essere:
  • Effetti cancerogeni
  • Effetti sui batteri intestinali: produzione interrotta di alcuni di essi ed influenza negativa sul Lactobacillus, con ripercussioni negative sul funzionamento della tiroide (a causa della mancata produzione di selenocisteina), oltre ad arresto degli enzimi Cytochrome450 attivi nella disintossicazione da tossine.
  • Effetti ormonali: influisce negativamente sulla produzione di ormoni femminili quali progesterone ed estrogeno, intaccando l’apparato riproduttore.
  • Malattie associate: i cambiamenti che avvengono nell’organismo umano in seguito ad assunzione od esposizione a glifosato, possono  indurre malattia quali: Parkinson, cancro, celiachia, obesità, diabete, autismo, infertilità, Alzhaimer.
Per un approfondimento rimando al seguente link:

Interessante è anche lo studio pubblicato nel 2008 dall’American Chemical Society e condotto da Nora Benachour e Gilles-Eric Séralini dell’Università di Caen in Francia, circa gli effetti di apoptosi e necrosi che il glifosato eserciterebbe sulle cellule ombelicali, negli embrioni e nella placenta.

Di seguito il link all’abstract dell’articolo: http://pubs.acs.org/doi/pdf/10.1021/tx800218n

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