lunedì 28 novembre 2016

La controversia raggiunge la Commissione Europea



Il 30 giugno 2016 scadevano le proroghe di autorizzazione per l’utilizzo di glifosato nelle colture europee, dal 2012 già rinnovate due volte.

Il 7 e l’8 marzo 2016 la discussione circa il rinnovo delle autorizzazioni per l’utilizzo del Glifosato giunge al Comitato permanente sui fitofarmaci (Paff) dell'UE. Le consultazioni vengono avviate, ma sull’onda della controversia,  già ravvivata dal caso della birra tedesca contaminata, non si riesce a raggiungere un accordo. La decisione passa direttamente in Commissione: spetta agli Stati membri.

A Bruxelles il commissario alla salute,  Vytenis Andriukaitis, propone il compromesso di “ridurre i tempi del prolungamento dell’autorizzazione a otto-dieci anni anziché 15”. Nulla da fare. Si procede con ulteriore proroga fino al 31 dicembre 2017, data in cui è prevista la consegna da parte dell’ECHA (Agenzia europea per le sostanze chimiche) della valutazione circa gli effetti negativi del glifosato sulla salute umana e sull’ambiente. Non si procede alle votazioni perché certi di non conseguire una solida maggioranza: si sono apertamente schierati contro il glifosato Italia e Francia; Germania, Svezia, Slovenia, Portogallo, Lussemburgo, Austria e Grecia avrebbero invece scelto l’astensione.

Il governo Italiano sta lavorando ad un “piano nazionale glifosato zero” su impulso del Ministro alle politiche agricole Maurizio Martina e del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che prevede tre pilastri fondamentali: 
1) implementazione della rete di monitoraggio dei residui di Glifosato su tutto il territorio;
2) introduzione di limitazioni al suo impiego nell’amblito dei disciplinari che permettono l’adesione volontaria al sistema di qualità nazionale;
3) definitiva eliminazione del Glifosato dai disciplinari di produzione integrata entro il 2020.
Si prevede inoltre l’investimento di oltre 2 miliardi di euro per l’adozione di misure agronomiche che abbassino l’utilizzo di agrochimici, tendenza del resto già rilevata nell’ultimo decennio.

"Glifosato zero: Il nuovo piano del Ministero delle Politiche agricole" a cura di Codacons



Fonti:
http://www.lifegate.it/persone/news/el-costo-humano-de-los-agrotoxicos-glifosato

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2016-03-06/l-italia-contro-glifosato-no-riconferma-ue-dell-erbicida-180221.shtml?uuid=ACUUcriC


1 commento:

  1. Update - 23 Novembre 2016
    La Corte di Giustizia Europea ha accolto l'istanza avanzata da Greenpeace e Pan (Pesticide Action Network) Europe: dovranno essere resi pubblici i test condotti dalle aziende chimiche per valutare i pericoli dei pesticidi.
    Tali test rientrerebbero nell'ambito delle "informazioni sulle emissioni nell'ambiente" definite dalla Convenzione di Aarhus. Gli studi non potranno essere mantenuti segreti per salvaguardare gli interessi commerciali delle aziende ma dovranno essere resi noti dalle autorità europee e nazionali.
    Greenpeace rileva inoltre il conflitto di interessi costituito dal fatto che le aziende produttrici siano le stesse che si occupano di condurre i test, che dovranno essere ora pubblicati integralmente.
    Ora Greenpeace insiste che gli studi di EFSA nell'ambito della controversia sul glifosato, facciano riferimento a dati pubblici e possano dunque essere verificati.

    La sentenza è disponibile qui:
    http://curia.europa.eu/jcms/upload/docs/application/pdf/2016-11/cp160128en.pdf

    Fonte:
    http://www.greenpeace.org/italy/it/ufficiostampa/comunicati/Glifosato-Corte-giustizia-Ue-accoglie-richiesta-di-Greenpeace-e-Pan-Europe-trasparenza-e-vitale-per-difesa-salute-e-ambiente/

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