lunedì 28 novembre 2016

Come nasce questo blog: mappare una controversia

Questo lavoro prende forma nell’ambito del corso di Sociologia della Scienza tenuto dalla Prof.ssa Barbara Saracino presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università degli studi di Trento, anno accademico 2016-2017.

Il proposito del blog è la mappatura di una controversia, ovvero una rappresentazione semplificata della stessa  resa attraverso la raccolta di informazioni e l’applicazione di tecniche per stabilire le posizioni e le relazioni presenti nella discussione. Si propone di divenire una risorsa per una pluralità di pubblici differenti ed uno strumento di sintesi volto ad informare il cittadino. Ho così messo in luce gli aspetti che caratterizzano la controversia, il fulcro della discussione, i principali protagonisti (portatori di interessi direttamente coinvolti – policy makers – esperti) e le loro argomentazioni, i principali avvenimenti e lo scenario in cui il dibattito si svolge.

Il tema scelto è delicato, attuale e di interesse globale, investendo quella totalità di ambiti tipica di ciò che riguarda salute, alimentazione ed ambiente.
Ho voluto ripercorrere le fasi della controversia sul glifosate, ponendo l’accento sulla risonanza e sul  coinvolgimento della società civile, ed illustrare alcune posizioni prese da governi che hanno saputo raccogliere le istanze proposte a difesa dell’uomo e dell’ambiente in un’ottica lungimirante e cautelativa, ovvero di immaginazione del futuro.
Non mancano inoltre spunti di riflessione che mettono in evidenza l’importanza della comunicazione tra scienza e società ed il modo in cui la seconda recepisce la prima.

Una controversia è un dibattito aperto (e acceso) tra esperti e cittadini che si informano per comprendere ed essere in grado di esprimere un’opinione fondata su valide argomentazioni.  Come sostiene il sociologo Massimiano Bucchi, spesso si crea una polarità o una divisione: tra persone che pensano la scienza in modo positivo (progresso), e chi la vede come predominio della conoscenza sui normali cittadini. Le controversie sono molteplici e caratterizzate da tratti unici, tuttavia possono essere categorizzate, secondo una tipologia tripartita, in globali, interne, locali/territoriali. Nella realtà queste tipologie ideali si intersecano. La controversia sul glifosato presenta tratti dei tipi globale ed interna: globale perché il dibattito, sorto all’improvviso e dilazionato nel tempo, si diffonde a livello internazionale attraverso i mass-media, coinvolgendo protagonisti eterogenei e generando dibattiti circa valori universalistici, che riguardano la relazione uomo-potenziale tecnologico-ambiente,  sollevando problemi sociali di ampia portata. La partecipazione dei cittadini è diretta, avviene attraverso iniziative istituzionali o mobilitazioni spontanee e segue il modello di comunicazione scienza-società definito cross-talk, ovvero multi direzionale ed intenso, che coinvolge una molteplicità di linguaggi e produce out-put non sempre prevedibili.  Interna perché il dibattito si articola anche tra esperti e decisori pubblici (policy making), non solo nell’arena pubblica, ma anche sul piano giuridico-legale; il dibattito prende forma su blog e siti istituzionali al fine di fornire informazioni principalmente agli addetti ai lavori e seguendo il modello divulgativo/educativo top-down. Media, policy making e partecipazione pubblica si influenzano reciprocamente durante tutto lo svolgersi della controversia.

Nel particolare caso del glifosato, quarant’anni dopo la chiusura della scatola nera della scienza (Bruno Latour), nuovi studi contrastanti hanno prodotto evidenze scientifiche a sfavore di tale sostanza attiva e dei coformulanti associati; un terremoto ha scosso la comunità scientifica e la società globale, che già sollevava critiche e dubbi circa la sicurezza per l’uomo e per l’ambiente, di quello che per quasi due generazioni è stato considerato il più efficace ed ecologico pesticida al mondo. Con la riapertura della scatola nera ed una nuova scienza in costruzione (Bruno Latour), in tempi in cui la sensibilità della cittadinanza è aumentata e si dispone di vasti mezzi d’informazione, notiamo come la comunicazione tra scienza e società assuma una rilevanza stratosferica in quanto mezzo di informazione ed influenza delle decisioni finali. La comunicazione pubblica è articolata e plurale ed i non esperti passano da destinatari passivi ad interlocutori, dividendosi in ottimisti con fede nel progresso continuo e pessimisti che ritengono la produzione tecnoscientifica un mezzo  di dominio e razionalizzazione delle azioni umane, che conduce a pericoli per la salute, l’ambiente e la sicurezza. Questa polarizzazione vede emergere potentemente i pessimisti.

Nell’ambito della controversia, scienza e società si mettono in discussione al fine di trovare un accordo che risolva  possibili conflitti ed incomprensioni, in uno scenario complesso ed articolato. Emergono in questo quadro pregiudizi e stereotipi che vedono i pubblici come aprioristicamente contrari, disinformati, ignoranti e disinteressati. Tali pregiudizi sono stati però sconfessati dall’analisi empirica che ha rilevato come l’attenzione del pubblico (nella fattispecie italiano) sia particolarmente forte verso l’ambito delle biotecnologie e come risulti rilevante la conoscenza delle motivazioni soggiacenti la ricerca di scienziati ed esperti. Indicatore importante dell’interessamento pubblico alla relazione scienza-società è la domanda informativa, ovvero le dinamiche caratterizzanti l’ interesse verso specifiche tematiche oggetto di controversia.

L’osservazione di una controversia può essere condotta attraverso l’analisi di dati quantitativi che descrivano i picchi di attenzione; questi possono essere contingenti o manifestarsi gradualmente e rendono l’idea della visibilità della controversia e della partecipazione di gruppi sociali differenti. Nei periodi di picco si riscontra una maggiore  fiducia nei confronti della scienza, quando disorientamento e incertezza spingono i cittadini alla ricerca attiva di fonti autorevoli in grado di fornire argomentazioni sulle quali formare una propria opinione. La disponibilità di notizie ed informazioni sovrabbondanti ed eterogenee diffuse dai media genera però confusione; in questa fase di manifesta una maggiore volontà di partecipazione ed il pubblico vede negativamente scienza e scienziati, percependoli come non completamente in grado di valutare adeguatamente le esigenze della società. Pertanto la comunicazione, relata alla disponibilità e qualità delle informazioni, è fondamentale per giungere ad una decisione quanto meno accettabile da parte dei differenti partecipanti alla controversia. La comunicazione deve essere in grado di tradurre la scienza  in un linguaggio interpretabile dai non esperti, ma deve anche tenere conto delle differenti interpretazioni dei molteplici pubblici di interlocutori coi quali la scienza si trova a dialogare, affinché il cittadino bene informato sia in grado di assumere decisioni, sulle quali influiscono anche il contesto in cui avviene l’interazione ed i criteri che egli adotta nella vita quotidiana.

Fig.1 Picchi di attenzione: ricerca del termine "glifosato" nel mondo. Dicembre 2011 - Novembre 2016. Fonte: https://www.google.it/trends/explore?q=glifosato

Seguendo l’Actor Network Theory di Bruno Latour, rientra nell’analisi sociologica il modo in cui la formazione di conoscenza tecnoscientifica e le innovazioni prendono forma attraverso reti di alleanze, situazioni contingenti e punti di passaggio obbligato in cui gli attori, umani e non umani, partecipano alla formazione ed al consolidamento della scienza; tale inquadramento è utile per comprendere il rapporto scienza-società, in cui il pubblico è sempre più attivo. L’apertura dei dibattiti, orientata ad un modello di compresenza e convergenza di scienza e società, permette di ricercare soluzioni più ampiamente condivise, attraversando continuamente il confine tra esse.

Nel caso analizzato la controversia si genera, struttura e diffonde a partire da una nuova scoperta e da un allarme sociale, che ne delineano la rilevanza pubblica in quanto fattori di diffusione capaci di catalizzare l’attenzione dei media e dei pubblici attorno a questioni di ampia risonanza. Le posizioni si polarizzano circa le potenzialità della ricerca scientifica, la sua efficacia ed i potenziali rischi, e danno luogo e sviluppo al dibattito che delinea l’identità della controversia, ovvero le ragioni che la rendono rilevante nel rapporto scienza-società. Nel caso delle biotecnologie – dunque del glifosato – emergono perduranti ambivalenze e la consapevolezza della necessità di un confronto duraturo che tenga conto dei meccanismi riguardanti la percezione pubblica e la comunicazione della tecnoscienza. In Italia il pubblico di non esperti si è rivelato interessato ed in grado di valutare i prodotti tecno scientifici ed è emerso come siano proprio i cittadini più informati (rappresentati dalle associazioni) a nutrire maggiore ostilità nei confronti del glifosato. Una certa rilevanza è inoltre assunta dal ruolo svolto dalle multinazionali e dalla percezione di esse diffusa nella società civile.

Alicia Chiodi

Fonti:
Il lato controverso della tecnoscienza – Andrea Lorenzet

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