lunedì 28 novembre 2016

Storia di un'innovazione: Roundup®


Il giovane chimico John Franz si trasferisce nel 1967 alla divisione agricola dell'industria chimica e agrochimica Monsanto, per collaborare col Dorr. Phil Hamm ad un programma di screening sugli erbicidi.
Dopo tre anni di ricerche il team riesce a sintetizzare la molecola del Gliphosate, che avrebbe per sempre cambiato le tecniche di coltivazione, costituendo il principio attivo della formulazione Roundup® di Monsanto, il più commercializzato pesticida al mondo.
L'erbicida si dimostra efficace sia sulle infestanti annuali che sulle perenni, agendo su foglie e radici. Dalla scoperta del formulato alla sua introduzione sul mercato ci vogliono altri quattro anni di ricerca ed investimenti.
Nel 1974 Roundup® viene immesso sui mercati Britannico e Malese: è il momento perfetto! Si era infatti da tempo alla ricerca di un formulato efficace ed al contempo rispettoso dell'ambiente, così come il prodotto viene pubblicizzato.

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John Franz ricevette la Medaglia Nazionale Statunitense della Tecnologia nel 1987 e fu annoverato nella Hall of Fame degli Inventori Statunitensi nel 2007.
Nel 1977 Roundup® debutta sul mercato italiano, con utilizzo mirato alla sorghetta da rizoma presente tra le stoppie di coltivazione e alla gramigna nei vigneti, nel cui segmento di mercato viene consacrato grazie al "Convegno Internazionale sulla non lavorazione dei vigneti" organizzato nel 1982 a Verona, grazie all'attività di Monsanto. In questo stesso anno vengono apportate migliorie formulative che ne permettono la registrazione in terza classe tossicologica.
Nel 1985 la nuova formulazione Roundup®400 diviene principalmente impiegata, specialmente in Sud Italia, come diserbante ovicolo.
Nel 1988 Roundup® ottiene una nuova consacrazione tutta italiana: con il "Progetto Pompei" (per saperne di più: http://monsanto.it/_pdfs/30anniroundup.pdf viene impiegato per la bonifica del sito archeologico, già Patrimonio Mondiale dell'Umanità dal 1977. Questo impiego, che permise di accedere rapidamente alle aree archeologiche, contribuì all'accettazione dell'erbicida come agrofarmaco utilizzabile nelle aree civili e in tutti i segmenti extra-agricoli in cui è tutt'oggi utilizzato.
Negli anni '90 gli sforzi compiuti da Monsanto sull'innovazione dei tensioattivi coformulanti del prodotto si concretizzano: queste molecole sono importantissime per permettere al glifosate di attraversare più rapidamente la superficie fogliare ed essere traslocato all'interno della pianta, dove in percentuale più alta può agire su ogni sua parte vitale. Inoltre il brevetto sta per scadere (1992) ma Monsanto è già pronta a lanciare sul mercato nuovi prodotti, con profili ecotossici migliori e più efficaci. Infatti nel 1993 viene introdotto il Roundup®Bioflow a tecnologia Biosafe® che Monsanto definisce "pulito"; inoltre Monsanto si dichiara attenta alla tutela ambientale e partecipa alla nascita dell'Associazione Italiana dell'Agricoltura Conservativa (A.I.G.A.Co.S, per saperne di più:  http://www.aigacos.it/home.cfm).
Negli anni 2000 la ricerca continua e vengono lanciati formulati sempre più innovativi, pratici ed efficaci, riuscendo anche ad abbattere i costi, sia del prodotto in sé, che di stoccaggio e trasporto. Inoltre le nuove formulazioni migliorano notevolmente la performance temporale (da un minimo di sei ore ad un massimo di 4 giorni dal diserbo alla semina) e l'efficacia in  condizioni estreme (caldo, freddo, siccità, pioggia). Risulta inoltre migliorato il profilo ecotossicologico che permette le sole frasi di rischio R52/R53 in etichetta (http://www.iss.it/binary/hclp/cont/Frasi_R.pdfe la totale assenza di pittogrammi di pericolosità nella formulazione più avanzata Roundup® Platinum.
Ad oggi gli erbicidi a marchio Roundup® sono utilizzati in 130 paesi  su colture quali mais, colza, cotone, soia, riso, vigneti, oliveti, agrumeti.

Fonte:
http://www.roundup.it


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