Non si può negare l’evidenza: la sostanza attiva è
un’innovazione Monsanto. I primi studi
sui coformulanti, anch’essi Monsanto. Il brevetto, sebbene ormai scaduto:
Monsanto. Il più grande produttore ed esportatore al mondo: Monsanto.
Quanto pesa la firma Monsanto in questa controversia?
E’ vero, la discussione è generata da una faglia nella
comunità scientifica, ma il dibattito è globale e fortemente sentito dalla
società civile, come dimostrano gli innumerevoli articoli e studi, documentari,
reportage, manifesti, campagne ed il processo di cross-talk fervente cui assistiamo.
Non si può sorvolare: per la sua opinabile storia, fatta di sacche
buie e vicende giudiziarie, di prodotti commercializzati e poi ritirati,
Monsanto è spesso accolta dai pubblici che ne conoscono la nomea, come “il
male”. A volte si tratta solo di un forte pregiudizio e della voce di chi ha
possibilità e volontà di farsi sentire ed agisce in un'ottica di immaginazione del futuro.
E ancora: quanta “scienza” è realmente resa pubblica?
La controversia ha riaperto una scatola nera cercando di
rendere partecipi i pubblici, cosa che negli anni Settanta, all'epoca del primo brevetto, ed in chiave scientista, non era diffusa. Così accadeva che innovazioni fossero immesse sul mercato, a scatola
già chiusa, senza che la società civile fosse al corrente delle evoluzioni e
delle fasi di costruzione degli oggetti tecnologici; e che ora, nel lungo
termine, la stessa società civile osservi (possibili) effetti di cui non comprende le cause. Effetti di cui nessuno
si era curato, nella logica dell’ Hic et
nunc. Effetti che ora, in un più avanzato sistema di comunicazione scienza-società che prevede il public engagement, vengono messi a fuoco ed analizzati in un'ottica di collaborazione volta non tanto a stabilire chi debba assumere le decisioni, ma su cosa queste debbano essere assunte.
La mia personale impressione è che questa scatola nera sia
percepita dai pubblici come un enorme vaso di Pandora: alla luce di quanto rilevato analizzando la vicenda sembra
spontaneo pensare: “chi non ha niente da nascondere, non nasconde niente”.
Quanto può oggi, a livello di coscienza civile, la
percezione negativa di un colosso come Monsanto, influenzare l’opinione
pubblica, la quale avrà certamente un risvolto nella chiusura della
controversia?
E soprattutto: cosa è Monsanto, per l'opinione pubblica?
Monsanto: produsse e diffuse il PCB e la diossina, definitivamente dichiarati cancerogeni. Per fini economici.
Monsanto: brevettò e fornì agli U.S.A. il
tristemente famoso Agente Arancio impiegato nella contestata guerra in Vietnam
(1961-1971) per stanare i Vietcong. Ad oggi le aree colpite non sono ancora
state bonificate e le malformazioni nei neonati sono ancora molto diffuse,
sempre che le gravidanze giungano a termine.
Monsanto: condannata nel 2009 da un tribunale francese per
pubblicità ingannevole, avendo indotto un contadino a ritenere il prodotto
contenete glifosato totalmente innocuo, e quindi ad ammalarsi. (Estratto della sentenza: http://www.eau-et-rivieres.asso.fr/media/user/File/PDF/20070126_extrait_jugement_Monsanto.pdf )
Monsanto: capofila delle multinazionali che guidano il
mercato dei pesticidi, vendendoli in pacchetto completo assieme alle sementi
OGM appositamente studiate per resistervi.
Analizzando la vicenda mediante l’Actor Network Theory di
Bruno Latour, l’impressione è che Monsanto, e quindi il glifosato ed i suoi
sostenitori, non siano stati in grado di procurarsi solide alleanze tra gli
attori/attanti coinvolti: i coformulanti spianano la strada al principio attivo ma
hanno una propria carica di tossicità, i contadini che utilizzano i prodotti
sembrano sviluppare gravi malattie; la società civile esposta direttamente
la sostanza idem; il terreno rimane contaminato più a lungo di quanto pubblicizzato (fino ad un mese; i prodotti agricoli trattati con glifosato risultano contaminati oltre i limiti di legge; la società civile che assume la sostanza tramite
l’alimentazione ne ha paura e si oppone; la comunità scientifica è spaccata e
diversi enti autorevoli producono evidenze negative; la Commissione Europea - incapace di decidere - invocando prudenza, rimbalza la questione alle singole nazioni che in molti casi applicano il
principio di precauzione; le erbacce
stesse imparano lentamente a resistere al pesticidi.
Dinanzi a cotante evidenze a sfavore è tuttavia necessario
ricordare che altrettante fonti autorevoli, e non solo coloro che perseguono
determinati interessi economici – sebbene questi siano preminenti – reputano i
fitofarmaci a base di glifosato necessari, se non indispensabili, per attuare “un’agricoltura intensiva necessaria a
sfamare tutto il mondo” (citando il presidente di Agrofarma).
Ciò nonostante, ignorare la ridondanza negativa di Monsanto appare impossibile in questo momento, così come ignorare il fiorente mercato dei
pesticidi, che sembrano fondamentali per
sfamare il pianeta quanto le istanze di alcuni gruppi di interesse coinvolti. Gli interessi economici, sui quali ho sorvolato per non ampliare eccessivamente la questione, incidono infatti fortemente sull'evolversi della controversia: la Trasparent Market Research (USA) ha
stimato che nel 2012 siano state vendute nel mondo 718.600 tonnellate di
glifosato, di cui il 45,2% legato alla coltura di OGM. Il mercato globale
dell’epoca è risultato valere 5,4 miliardi di dollari e si è stimata una
crescita annua del 7,7%, legata alla crescente diffusione delle colture OGM,
massimizzate in U.S.A, Brasile, Argentina, Sud Africa, India e Cina.
Certo, Monsanto non è sola: principali produttori di
glifosato sono anche DowAgro e DuPOnt (USA), Nufarm (Australia), Syngenta
(Svizzera), Nantong Jingsahan Agrochemical & Chemicals (Cina).
Ma è la più famosa e negativamente recepita dalla società
civile.
Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Agente_Arancio
http://www.lastampa.it/2015/09/10/esteri/lagricoltore-francese-avvelenato-dallerbicida-vince-la-sua-battaglia-contro-monsanto-Jz67QMVRYyHH3uNk4mExdL/pagina.html
http://www.lastampa.it/2015/09/10/esteri/lagricoltore-francese-avvelenato-dallerbicida-vince-la-sua-battaglia-contro-monsanto-Jz67QMVRYyHH3uNk4mExdL/pagina.html
Nessun commento:
Posta un commento